Demenza senile: facciamo chiarezza
Piccolo post per evitare generalizzazioni e imprecisioni.
Esistono molti tipi di “demenza senile”: essa rappresenta il calderone all’interno del quale si possono contare diverse sottocategorie suddivise principalmente in due aree: -demenze degenerative: in cui i neuroni del cervello appunto si lesionano, quindi in un certo (approssimativo) senso, si consumano. Ne è un esempio la demenza di Alzheimer, la demenza fronto-temporale, demenza a corpi di Levy, quella di Parkinson, demenze su base vascolare (in cui avviene un’alterazione del flusso sanguigno presente nel cervello) e altre meno conosciute.
E’ importante quindi sottolineare come appaia semplicistico, nonché errato, tracciare una diagnosi di “demenza senile”, senza specificare esattamente “di quale demenza” si tratti: in fin dei conti nella persona cambiano sia gli effetti cognitivi-comportamentali, sia le cause che l’hanno scatenata.
Teniamo presente che per ogni tipo di demenza esiste un approccio comunicativo diverso, nonché un diverso grado di capacità cognitiva da parte della persona colpita. Se da un lato è vero che le linee-guida in questi casi sono talvolta molto riduttive (dietro ogni malattia vi è anche una storia personale, un carattere, risorse psicologiche più o meno disponibili), dall’altra avere chiaro il funzionamento e gli effetti di uno specifico tipo di demenza sull’impatto della vita di una persona, aiuta sia noi, che la persona stessa, a trovare un compromesso e dei lumicini da poter seguire, nella già difficile gestione e accettazione della malattia.
Ma facciamo un esempio. Nella demenza di Alzheimer, via via che la situazione cognitiva peggiora (quindi la persona non ricorderà più chi sono i figli, né il nome del marito, né come si allacciano le scarpe…) occorrerà adottare un approccio relazionale basato sulla Validazione, mentre in una persona affetta da Parkinson ci sarà utile sapere che la parte cognitiva andrà a deteriorarsi molto più avanti nel decorso della malattia. Nel morbo di Parkinson soprattutto all’inizio ad essere colpita è l’area motoria (sono presenti tremori, difficoltà nella marcia, lentezza dei movimenti…), solo in fase molto avanzata verrà colpita l’area comportamentale e mentale. Quindi? Come dicevo precedentemente, si rivela utile un approccio relazionale appropriato, che si diversifica tra le diverse forme di malattia.
Sono tantissimi gli esempi che si potrebbero elencare, questo è solo uno di come e perché sia importante essere consapevoli che sotto la categoria “demenza senile” si apre una varietà di casistiche di diversa natura.
Un post a parte sarà dedicato ai diversi approcci relazionali esistenti, in particolare per la demenza di Alzheimer.
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